Il pudore mi affascina
Incontro con l’attrice e regista, interprete del film “Nonostante” di Valerio Mastandrea in concorso a Venezia ’81 nella sezione Orizzonti.
Guardandola, alla conferenza stampa di “Nonostante”, opera seconda di Valerio Mastandrea che ha aperto la sezione Orizzonti alla Mostra del Cinema, si ha l’impressione che la condizione “sospesa” del suo personaggio un po’ le appartenga.
Forse perché Laura Morante, uno dei volti più intensi e carismatici del grande e piccolo schermo, ha sempre un’aria sfuggente, enigmatica e, sebbene spazi con estrema leggiadria fra teatro e cinema, anche insicura. Lo ammette lei stessa accompagnando, tuttavia, le sue parole con quello sguardo fiero e regale (forse appreso dal suo mentore Carmelo Bene) che, in ogni interpretazione, non smette di convincere.
Lo stesso che, nel 2001, l’ha portata a vincere un David di Donatello con “La stanza del figlio” di Nanni Moretti, altra figura chiave della sua carriera, e tre Nastri d’Argento.
Chi interpreta in “Nonostante”?
Una paziente dell’ospedale in cui il protagonista è ricoverato, la cui essenza, separata dal corpo mortale in coma, vaga per i reparti e interagisce con altri personaggi sospesi come lei.
Una condizione particolare all’interno di una storia tanto surreale e onirica quanto ricca di ironia e significato…
Si tratta di uno stato di sospensione tra la vita e la morte che può essere vista come una metafora e presenta anche dei vantaggi.
Ad esempio?
Esonera dall’obbligo di indossare quelle maschere che, nella vita di ogni giorno, siamo costretti ad avere e permette delle licenze che, abitualmente, non sono concesse. Per questo, il mio personaggio è sostanzialmente soddisfatto della condizione in cui si trova.
Che regista è Valerio Mastandrea?
Un “nonostante” (scherza con lui giocando sul titolo del film, n.d.r.). Ha un’estrema attenzione per i dettagli che riguardano i personaggi (abbigliamento, capigliatura, accessori, tono di voce). Ogni tanto ho avuto qualche difficoltà a capire quale fosse la sua idea e se stessi facendo ciò che si aspettava da me, ma ci siamo rispettati molto.
Un velo di insicurezza?
Nonostante tanti anni di mestiere, sono rimasta sostanzialmente insicura e, a quanto pare, si tratta di una condizione insanabile.
Lei è anche regista. Quando ha letto la sceneggiatura di “Nonostante” per la prima volta cosa ha pensato?
Il progetto mi è subito piaciuto. Mi ha divertita (cosa che ritengo indispensabile), ma anche commossa perchè si tratta di una storia toccante che esplora il mondo dell’amore e dell’amicizia.
Cosa l’ha convinta definitivamente ad accettare?
La presenza del pudore, uno degli elementi strutturali della vera commedia. Quest’ultima affronta temi gravi in modo pudico.
Barbara Carrer
We met the actress and director, star of Valerio Mastandrea’s film “Nonostante”, in the Orizzonti section of Venice ’81. We saw her at the press conference for “Nonostante”, Valerio Mastandrea’s second feature film, which opened the “Orizzonti” programme. She has already won the David di Donatello in 2001 for “La stanza del figlio” and three Nastri d’Argento. At the Venice Film Festival, one has the impression that the “suspended” state of her character is somehow hers. Perhaps this is because Laura Morante, one of the most intense and charismatic faces on the big and small screen, has always had an elusive, enigmatic quality about her and, although she moves gracefully between theatre and cinema, she feels sometimes also insecure.
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