L'Arte profumatoria veneziana
Marco Vidal, direttore generale di Mavive Spa e CEO di The Merchant of Venice, si distingue nel panorama nazionale e internazionale per una visione creativa e imprenditoriale illuminata e un mecenatismo culturale che insegna quanto il patrimonio artistico vada sostenuto e condiviso e sia motivo di nutrimento e ispirazione.
Si avvicinano due importanti anniversari, i 10 anni del Museo del Profumo di Venezia e i 10 anni della linea di lusso The Merchant of Venice, come sono nati questi due progetti e come si sono sviluppati in questi 10 anni?
L’idea di istituire il Museo del Profumo è sorta a fine 2010 dopo che io e mio padre abbiamo visitato la mostra “Profumi divini e odori infernali”, del Castello di Trauttmansdorff a Merano, veramente innovativa per il percorso sensoriale molto immersivo. Da lì l’idea di proporre un museo dedicato al profumo, con un approccio museografico interattivo, nella città di Venezia capitale della profumeria per diversi secoli. Preparai un progetto e lo presentai al Comune di Venezia e alla Fondazione Musei Civici di Venezia con cui arrivammo a un accordo di partnership alla fine del 2012. Dal progetto culturale poi nacque l’idea di creare un marchio di profumeria ispirato all’arte profumatoria veneziana, originato proprio dalla istituzione del primo Museo del Profumo in Italia.
La sede del Museo e Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo di Palazzo Mocenigo, nato in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia, ospita spesso appuntamenti letterari importanti e proprio l’Università Ca’ Foscari Venezia, che alcuni anni fa ha pubblicato, con il sostegno di Mavive Spa, il saggio Perfume and Literature curato dalla prof.ssa Daniela Ciani Forza e del prof. Simone Francescato, ha coniato la definizione di “lusso culturale”, ce ne vuole parlare?
Ca’ Foscari ha definito The Merchant of Venice un marchio di lusso culturale, perché ha in sé diversi elementi puramente culturali, come l’ispirazione ad antiche ricette e materie prime nella creazione di nuovi profumi, la collaborazione con l’artigianato locale che pure è di lunga tradizione, il collegamento con il Museo e una serie molto ampia di iniziative di divulgazione della storia e dell’arte della profumeria che ogni anno si svolgono come parte integrante della promozione del marchio. Questa è una caratteristica unica di The Merchant of Venice rispetto ai suoi competitors nazionali e internazionali.
L’amore per Venezia, per la sua storia e tradizione, si traduce in scelte precise, come la nascita del marchio The Merchant of Venice in collaborazione con le eccellenze artigianali del vetro di Murano e cinque punti vendita monomarca tra Venezia e Milano, come nasce questo suggestivo connubio? La sua è una famiglia di forti tradizioni, senza amarle e conoscerle non si può guardare lontano, è così?
Ho messo in questo progetto imprenditoriale un po’ della mia personale passione per la storia e la cultura, aspetto che ha trovato terreno fertile nella mia famiglia sia da parte di mio padre ma anche di mia madre che porta il nome di una delle dodici famiglie che hanno fondato Venezia 1600 anni fa, i Barozzi. Ovviamente è funzionato perché il mito di Venezia ha risonanza in tutto il mondo.
A breve inaugurate la nuova sede “L’isola dei Profumi” in provincia di Venezia, una sede dove l’attenzione verso l’ambiente si coniuga con l’attenzione verso i collaboratori, il capitale umano che lei ha moltissimo a cuore. Vi sarà, inoltre, un parco botanico visitabile anche dalla cittadinanza e dalle scuole. La sua è un’ottica di bene collettivo…
Sì direi che non si può fare impresa senza un collegamento con il proprio territorio che non è altro che una proiezione più estesa del rapporto che ci deve essere tra l’imprenditore e il collaboratore. Anche l’idea di rispettare l’ambiente deve fare un passo in avanti, deve evolversi dalla concezione ambientalista green a un impegno civile di più ampio respiro. L’ambiente come impegno verso la natura ma anche le persone.
Ai suoi figli cosa augura?
Auguro loro di poter vedere e vivere una Venezia molto diversa da quella di oggi che è in mano alla speculazione più assurda e colpevole. Venezia è il simbolo del nostro futuro, è un bene mondiale, se non riusciamo a proteggere dalla ingordigia umana una città che ha resistito per 1600 anni alla natura, alle guerre e alle pestilenze, abbiamo fallito come paese e come cultura e rischiamo di perdere, mano a mano, tutti i fondamenti della nostra civiltà.
Lisa Marra
themerchantofvenice.com
Marco Vidal, managing director of Mavive Spa and CEO of The Merchant of Venice, stands out on the national and international scene for his enlightened creative and entrepreneurial vision, and cultural patronage that teaches the importance of supporting and sharing the artistic heritage, and how much this is a source of nourishment and inspiration.
Two important anniversaries are approaching, the 10th anniversary of the Museum of Perfume in Venice and the 10th anniversary of the luxury brand The Merchant of Venice, how did these two projects come about and how have they developed over these 10 years?
The idea of setting up the Perfume Museum arose at the end of 2010 after my father and I visited the exhibition Profumi Divini, odori infernali, at the Trauttmansdorff Castle in Merano, which was truly innovative because it was a very immersive sensory journey. From there came the idea of proposing a museum dedicated to perfume, with an interactive museographic approach, in the city of Venice, which had been the capital of perfumery for several centuries. I prepared a project and presented it to the Municipality of Venice and the Fondazione Musei Civici di Venezia, with whom we reached a partnership agreement at the end of 2012. The cultural project then led to the idea of creating a perfumery brand inspired by the art of Venetian perfumery, which originated precisely from the foundation of the first Perfume Museum in Italy.
The Museo e Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo (Museum and Research Centre on the History of Textiles, Costume and Perfume) in Palazzo Mocenigo, set up in collaboration with the Fondazione Musei Civici di Venezia, often hosts important literary events, and it was the Ca’ Foscari University of Venice, which a few years ago published, with the support of Mavive Spa, the essay Perfume and Literature edited by Prof. Daniela Ciani Forza and Prof. Simone Francescato, that coined the definition of ‘cultural luxury’, would you like to tell us about it?
Ca’ Foscari has defined The Merchant of Venice as a brand of cultural luxury, because it has several purely cultural elements in it, such as the use of ancient recipes and raw materials in the creation of new perfumes, the collaboration with local craftsmanship, which also has a long tradition, the connection with the Museum, and a very wide range of initiatives to disseminate the history and art of perfumery that are held every year as part of the brand’s promotion. This is a unique feature of The Merchant of Venice in comparison to its national and international competitors.
The love for Venice, its history and tradition, translates into precise choices, such as the birth of The Merchant of Venice brand in collaboration with the artisan excellence of the Murano glass and five single-brand shops between Venice and Milan, how did this evocative combination originate? You come from a family of solid traditional roots; without loving and knowing them, you can’t look far, is that it?
I put a bit of my personal passion for history and culture into this entrepreneurial project, an aspect that found fertile ground in my family, both on my father’s side but also on my mother’s, who bears the name of one of the twelve families that founded Venice 1600 years ago, the Barozzi. It obviously worked because the myth of Venice echoes all over the world.
You will soon inaugurate the new headquarters ‘L’isola dei Profumi’ in the province of Venice, a location where attention to the environment is combined with attention to your employees, the human capital that you hold very dear. There will also be a botanical park that can even be visited by citizens and school classes. Yours is a vision for the collective good…
Yes, I would say that you cannot do business without a connection with your community, which is nothing more than a broader projection of the relationship that there must be between the entrepreneur and his associate. The idea of respecting the environment must also take a step forward, it must evolve from the idea of green environmentalism to a broader civil commitment. The environment seen as a commitment to nature but also to people.
What do you wish for your children?
I wish them to be able to see and experience a Venice very different from the one we have today, which has fallen into the hands of the most absurd and guilty speculation. Venice is the symbol of our future; it is a world asset. If we fail to protect from human greed a city that has withstood nature, wars and pestilence for 1600 years, we have also failed as a country and as a cultural entity and we risk losing, little by little, all the foundations of our civilisation.
Lisa Marra