Mille sfumature di Benedetta - Veneto magazine

Mille sfumature di Benedetta

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All’80ma Mostra del Cinema, Benedetta Porcaroli ha optato per il colore: rosso fiammante per l’abito con ampio scollo sulla schiena indossato sul red carpet e giallo vivo alla conferenza stampa del film “Enea”. Un’immagine solare che non contrasta con la bellezza acqua e sapone di una delle protagoniste indiscusse della new generation del cinema italiano e non. Sarà per lo sguardo intenso e allo stesso tempo discreto, l’eleganza delicata nell’incedere, la determinazione nel vestire i panni di donne complesse e coraggiose che, nel bene e nel male, hanno lasciato un segno, ma dalla sua prima apparizione sul piccolo schermo (nel 2015 con la fiction Rai “Tutto può succedere”, seguita dal film “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese e da una lunga carrellata di ruoli che vanno dalla serie “Baby” a “La scuola cattolica” sul massacro del Circeo) Benedetta non ha smesso di convincere. È al Lido per presentare il film diretto e sceneggiato dall’ex compagno Pietro Castellitto, ma a luglio vedremo l’attrice, reduce dal successo della serie tv “Il Gattopardo” con Deva Cassel, nei panni di una suora nel thriller americano “Immaculate – La prescelta” di Michael Mohan. 

Parliamo di “Enea”… cosa l’ha incuriosita nel secondo lavoro di Pietro Castellitto?

È una storia che mi coinvolge anche direttamente e ne capisco le dinamiche non solo in quanto nata a Roma, ma soprattutto per il linguaggio usato dal regista che tocca le mie corde.

Come descriverebbe il film allo spettatore?

Complicato, coraggioso, emozionante. Con una stratificazione di storie che riguardano tutti noi perchè analizzano il conflitto che scaturisce dal dover fare i conti con la vita, con la difficoltà di amare, di creare legami profondi come quello di Eva, il mio personaggio, con Enea o di quest’ultimo con Valentino.

Sergio Castellitto, presente nel cast, ha individuato come tematica principale del lungometraggio il desiderio di sentirsi vivi dei vari personaggi. Questo, a suo avviso, genera il conflitto…

Ciò accade in tutte le fasi della vita. È affascinante, d’impatto, ma assume, a volte, dei tratti grotteschi che trasformano il film in una favola nera senza però mai perdere di vista i valori che la generazione di Enea conosce.

Cosa pensa di questo giovane talento del cinema italiano?

Stimo Pietro, mi piacciono le sue idee. Mi sono affidata al quadro preciso e, allo stesso tempo, sfumato che ha tracciato prima sulla carta e poi durante le riprese. Per questo ho aderito al progetto in modo semplice e felice.

Accennava prima alla romanità fortemente presente in questa pellicola…

In “Enea” è molto più che una location: si tratta di un vero e proprio personaggio del film. Una Roma inedita con degli scorci che ho molto amato: claustrofobica e difficile, ma anche accogliente come una culla che conforta i personaggi, aiutandoli ad affrontare la vita.

Lei che rapporto ha con la sua città?

La amo visceralmente e non la lascerò mai se non per periodi limitati giustificati da esigenze lavorative.

Come sceglie i suoi ruoli?

Devo trovarli interessanti, stimolanti e mi ci devo sempre riconoscere. Solo così riesco a mettere nel lavoro tutta me stessa. Con generosità ed impegno.

Barbara Carrer

At the 80th Venice Film Festival, Benedetta Porcaroli chose colour: bright red for the plunging neckline dress she wore on the red carpet and bright yellow for the press conference for the film “Enea”. A sunny image that does not contrast with the watery, soapy beauty of one of the undisputed protagonists of the new generation of Italian cinema and beyond. It may be because of her intense yet discreet gaze, the delicate elegance of her walk, her determination to play complex and courageous women who, for better or worse, have left their mark. But Benedetta has not ceased to impress since her first appearance on the small screen (in 2015 with the Rai fiction “Tutto può succedere”, followed by the film “Perfetti sconosciuti” by Paolo Genovese and a long series of roles ranging from the series “Baby” to “La scuola cattolica” on the Circeo massacre). She is at the Lido to present the film directed and written by her former partner Pietro Castellitto, but in July we will see the actress, fresh from the success of the TV series “Il Gattopardo” with Deva Cassel, in the role of a nun in the American thriller “Immaculate – La prescelta” by Michael Mohan. 

Let’s talk about “Enea”… what fascinated you about Pietro Castellitto’s second work?

It is a story that also affects me directly and I understand its dynamics, not only because I was born in Rome, but above all because of the language used by the director, which touches me.

How would you describe the film to an audience?

Complicated, brave, exciting. With a layering of stories that concern us all, because they analyse the conflict that arises from having to face life, the difficulty of loving, of creating deep bonds like that of Eva, my character, with Enea, or the latter with Valentino.

Sergio Castellitto, who is in the cast, has identified the main theme of the film as the desire of the various characters to feel alive. According to him, this is what creates the conflict…

It happens at all stages of life. It is fascinating, powerful, but at times it takes on grotesque features that turn the film into a black tale, without ever losing sight of the values that Enea’s generation knows.

What do you think of this young talent in Italian cinema?

I respect Pietro, I like his ideas. I relied on the precise and at the same time nuanced picture he drew first on paper and then during the shooting. That is why I entered the project in a simple and happy way.

You mentioned earlier the Roman spirit that is very present in this film…

In “Enea” it is much more than a location: it is a real character in the film. An unusual Rome with aspects that I loved: claustrophobic and difficult, but also welcoming, like a cradle that comforts the characters and helps them to face life.

What is your relationship to your city?

I love it with all my heart, and I will never leave it, except for limited periods due to the demands of my work.

How do you choose your roles?

I have to find them interesting, stimulating and I have to recognise myself in them. This is the only way I can give my whole self to my work. With generosity and commitment.

 
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